Non più solo violenza e forza bruta
Riempire i social di account fake, per supportare un’agenda autoritaria. Farli sembrare veri e gonfiare il loro numero di follower. Cercare quelli che criticano le politiche dello Stato, scoprire chi sono e dove vivono.
Un’inchiesta del New York Times ha rivelato l’immensa portata degli sforzi che il Governo cinese mette in atto per controllare l’opinione pubblica e reprimere gli oppositori. Lo sforzo di “public opinion management”, come viene chiamato in Cina, comporta l’assunzione di moltissime aziende (retribuite cifre esorbitanti) per modellare l’opinione pubblica. Vengono creati centinaia di account falsi sulle principali piattaforme social, con cui si perseguono obiettivi vari: dare rilevanza e supportare gli ufficiali cinesi, attaccare gli oppositori e cercare dove vivono, oppure dare credibilità a delle fake news che il governo cinese vuole diffondere
Si tratta di un cambio di paradigma del regime cinese, che dalla forza bruta è passato ad usare un approccio più sofisticato.
Nell’era dei social media, è sempre più vero che se abbastanza persone credono ad una bugia, allora questa diventa la verità.
