Workshop di calcolo della Carbon Footprint
(nel modulo “Sostenibilità e scienza”). Calcolo con l’ausilio di software professionali dell’impronta di carbonio che verrebbe lasciata complessivamente dal biennio di corso (a/r da abitazioni di insegnanti e studenti, consumi nelle ore di lezione, ecc.) in un’ipotesi di comportamenti “normali”. Suddivisione in gruppi, che individuano e propongono non solo comportamenti individuali diversi allo scopo di minimizzare tale impronta, ma anche azioni compensative per controbilanciarla. Le misure e le azioni giudicate più efficaci, dopo analisi quantitativa comparativa, vengono effettivamente poste in essere per tutta la durata del percorso da tutto il gruppo classe e dai docenti.
Case study di modelli indigeni low-tech e circolari
(nel modulo “Agroalimentare”). Analisi quali-quantitativa dei seguenti modelli di agricoltura e edilizia agricola antichi di secoli ma perfettamente circolari: culture idroponiche in Benin, riuso di acque di scarico in Bengala, terrazze di riso balinesi, isole artificiali sul lago Titicaca, acquedotti sotterranei persiani. Misurazione, anche con simulazioni digitali, dell’efficacia di queste soluzioni, che (pur essendo low-tech) hanno creato completa sinergia fra ambiente e fabbisogni umani. Discussione dell’applicabilità sul nostro territorio di certune tecniche, presentazione delle migliori proposte all’Ordine degli architetti.
Case study: green economy, volatilità delle commodity e certificazione “fair trade”
(nel modulo “Agroalimentare”). Approccio empirico e sostenibile all’economia politica: il prezzo delle bacche di caffè è aumentato del 44% nel 2021, a causa di shock climatici e colli di bottiglia logistici dovuti al Covid. Analisi di chi, nella catena del valore aggiunto dalla piantagione in Guatemala al bar sotto casa, trae profitto da questo aumento, e come sia immaginabile reinvestirlo per aumentare la sostenibilità di tutta la filiera. Il caffè è stato uno dei primi beni di largo consumo a dotarsi di certificazioni di “fair trade” (1988): esame dei vari organi certificatori, e dettagli dei criteri di labelling prodotto adottati dal FLO (Fairtrade Labelling Organization), l’organo leader del settore.
Gestione rifiuti urbani e condomini
(nel modulo “Edilizia, architettura, urbanistica, trasporti”). Quasi 35 milioni di italiani vivono in un condominio (pari al 60% della popolazione: è la più alta percentuale europea). A livello condominiale, ogni anno vengono prodotti 15 milioni di tonnellate di rifiuti, e svolti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su 80mila edifici. Il coordinamento di queste attività è affidato a 325mila amministratori condominiali: di quale tipo di formazione di sostenibilità gode questa categoria professionale? La normativa in materia contempla il “risparmio energetico” fra le materie del corso abilitante (della durata complessiva di 72 ore); ma non la gestione sostenibile dei rifiuti, né edilizia green. I gruppi di studenti esaminano: (1) le competenze effettivamente erogate dalle principali agenzie formative lombarde agli amministratori condominiali, e (2) le numerose sanzioni erogate ai condomini dai Comuni in provincia di Milano e di Monza e Brianza per mancato rispetto delle normative sulla gestione dei rifiuti. Il gruppo classe identifica poi un pacchetto di contenuti che sviluppino competenze base sulla gestione dei rifiuti e su edilizia green, da erogare nelle 15 ore annue di formazione di aggiornamento obbligatorie per gli amministratori di condomini. Il progetto sarebbe finanziato dagli importi derivanti dal pagamento delle multe comminate ai condomini. L’idea ed il pacchetto didattico vengono poi proposti a ANACI e ANAPI (associazioni nazionali di categoria).
Challenge: narrativa digitale
(nel modulo “Comunicazione digitale”). La classe è divisa in gruppi di 5-6 persone, ognuno dei quali sceglie uno fra i casi di sostenibilità e/o circolarità esaminati durante il corso e, a seconda delle circostanze, crea appositamente un sito, un profilo social, una landing page, un blog. Inizia poi una serie di post e pubblicazioni di contenuti rilevante e a carattere misto (testo + immagini); 50% dei materiali pubblicati deve essere originale, ovvero prodotto dal gruppo, sotto forma di foto o video, infografiche divulgative, interviste, risultati di inchieste. Ogni gruppo è dotato di un budget promozionale (messo a disposizione dalla Fondazione con una carta di credito prepagata), che alloca a suo piacimento per delle campagne promozionali dei post. Vince il gruppo che suscita più interazioni positive nel corso di sei mesi.