Come diventare manager di calcio

Il calcio non è più solo uno sport: è un'industria globale che muove miliardi e coinvolge una rete sempre più ampia di professionisti. Dagli albori del pallone, quando tutto ruotava attorno ai giocatori e agli allenatori, il mondo del calcio ha subito una trasformazione radicale. Oggi il successo di una squadra non dipende solo dalle prestazioni sul campo, ma anche da strategie di mercato, gestione economica e relazioni internazionali. Di conseguenza, sono emersi nuovi ruoli chiave, tra cui quello del manager di calcio, una figura centrale nella costruzione e gestione di un club o di una carriera sportiva. Ma cosa fa esattamente un manager calcistico, qual’è la differenza con la figura del team manager e, soprattutto, come si diventa professionisti in questo settore? Scopriamolo insieme.


Manager Calcistico: chi è e cosa fa?

Il manager calcistico è una figura professionale che combina le competenze di un allenatore con quelle di un direttore sportivo. Nel calcio italiano, questa professione si sta affermando sempre di più, riprendendo un modello già consolidato nelle società inglesi. Fino a pochi anni fa, i club italiani erano organizzati con ruoli distinti: direttore sportivo, direttore generale, team manager, marketing manager e addetti stampa. Oggi, il manager di calcio può occuparsi di molteplici aspetti, tra cui:

  • amministrazione e gestione societaria, per garantire la sostenibilità economica del club;
  • marketing e branding, con strategie per accrescere la visibilità della squadra e attrarre sponsor;
  • gestione tecnica e sportiva, supervisionando allenamenti, trasferte e performance dei giocatori;
  • sviluppo del settore giovanile, investendo nei talenti emergenti;
    relazioni con sponsor e istituzioni sportive, per consolidare la rete di contatti e partnership.

Questa professione, perciò, richiede molteplici competenze tecniche, gestionali e comunicative, oltre a una consapevolezza globale sulle dinamiche che governano il settore.

Diventare manager di calcio: skills e competenze


Per intraprendere una carriera da manager nel calcio, è essenziale sviluppare un mix di competenze specifiche. Ecco le principali:

  • conoscenza del settore calcistico: saper comprendere le dinamiche del calcio professionistico e delle normative che regolano il settore;
  • competenze manageriali e gestionali: possedere doti organizzative e di leadership per gestire tanto le risorse umane (motivazione dei giocatori e riduzione delle situazioni di stress) quanto quelle economiche;
  • competenze in comunicazione e negoziazione: saper dialogare con sponsor, giocatori, staff tecnico e media;
  • marketing e sponsorship: conoscere le principali strategie per la valorizzazione del brand del club e la ricerca di partnership commerciali;
  • conoscenze finanziarie e legali: saper gestire il budget a disposizione, ma anche occuparsi di contratti e regolamenti sportivi.


Differenze tra Team manager e manager di calcio

Il team manager è una figura societaria che compare nella struttura organizzativa aziendale dalla fine degli anni ’80 e si concentra sulle mansioni gestionali della squadra, è più un coordinatore e organizzatore che si occupa di pianificare gli allenamenti delle squadre che fanno parte della società per la quale lavora, in modo che non si sovrappongano e in accordo con le esigenze e i programmi degli allenatori.
La differenza tra team manager e manager di calcio può sembrare sottile e talvolta le due figure si sovrappongono, ma esistono differenze piuttosto significative tra le due figure. Il team manager si occupa prevalentemente degli aspetti operativi della squadra, come la gestione delle trasferte, l'organizzazione delle partite e il coordinamento logistico. Il manager calcistico, invece, ha una visione più ampia e strategica, per cui, in genere, si occupa di aspetti societari, del marketing e dello sviluppo del club.

Cosa studiare per diventare manager di calcio

Diventare un manager di calcio non è qualcosa che si può improvvisare: è il risultato di un percorso che richiede formazione specifica e impegno. Iniziare sin da dopo la terza media significa costruire basi tecniche e teoriche solide e complete.

Chi ha appena terminato la terza media e sa già che il mondo dello sport sarà il suo futuro può scegliere tra due percorsi principali:

Entrambi questi percorsi costituiscono una solida base per proseguire la formazione con i corsi ITS o IFTS di Fondazione AMMI, come:

Questi corsi avanzati, aperti anche a chi ha già un diploma, offrono competenze tecniche, gestionali e relazionali, con un approccio pratico e orientato al lavoro, permettendo di completare la propria filiera formativa e accedere a ruoli dirigenziali nel mondo del calcio.

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