I 7 miti da sfatare sugli ITS
I percorsi di istruzione tecnica superiore ITS si sono ormai diffusi in maniera capillare, sull’intero territorio italiano. Ciononostante, non sono ancora noti quanto quelli universitari tenuti in ateneo e ciò comporta che non tutti siano in grado di definire questo circuito formativo parallelo all’università. Alcune convinzioni diffuse sono imprecise, quando non proprio errate e fuorvianti.
In questo articolo desideriamo fare chiarezza e sfatare 7 falsi miti, piuttosto comuni, che mettono il sistema ITS sotto una luce sbagliata, svalorizzando quello che è, in realtà, un circuito che offre una formazione concreta, professionalizzante e molto apprezzata dal mercato del lavoro.
Perché gli ITS generano falsi miti e quali sono?
L'ITS, acronimo che sta per Istituto Tecnico Superiore o Istituto Tecnologico Superiore, è un percorso di alta formazione italiano, parallelo a quello di livello universitario. Si tratta di un circuito sempre più diffuso e dall’elevata efficacia, tanto formativa quanto occupazionale. La sua natura innovativa si deve all’approccio estremamente pratico dei suoi corsi, che vogliono porsi come un’alternativa all’impostazione spesso eccessivamente teorica del corso di laurea in ateneo.
È proprio questa enfasi sul learning by doing, imparare facendo, che finisce per generare ancora molti dubbi. Ciò si deve a una scarsa conoscenza di questi percorsi, in virtù del fatto che nel nostro Paese è molto più diffuso l’apprendimento frontale, quasi prettamente teorico. Sul nostro blog puoi trovare tutte le risorse necessarie a comprendere bene che cosa sono gli ITS e, se vorrai approfondire ancora, quali sono le differenze tra ITS e IFTS.
Nei paragrafi che abbiamo posto di seguito esploreremo alcuni falsi miti sugli ITS, nati da domande, dubbi o informazioni poco fondate, quando non proprio errate, che circolano in rete e si diffondono attraverso la navigazione e/o il passaparola. Si tratta di veri e propri miti da sfatare, che spesso ostacolano una corretta comprensione di cosa siano davvero gli ITS e delle opportunità che offrono.
1. Gli ITS non sono riconosciuti come l’università
Mettiamo per prima quella che, probabilmente, è la più comune tra le convinzioni che tendono ad alimentare i falsi miti sul circuito ITS rispetto a quello dell’istruzione universitaria. Quello che l’ITS conferisca un titolo di minor valore è un vero e proprio pregiudizio: questi istituti rilasciano titoli ufficiali di Diploma Tecnico Superiore di livello 5 EQF. Si tratta di abilitazioni riconosciute dal MIUR e valide sia per l’inserimento nel mondo del lavoro sia per iscriversi a eventuali percorsi universitari successivi, come stiamo per vedere.
Chiunque stia pensando a cosa fare dopo il diploma, si tolga subito dalla testa questo falso mito: la differenza tra i due percorsi formativi sta nell’approccio, non nel valore. Abbiamo approfondito diffusamente questo aspetto, quando ci siamo occupati di ITS vs università.
2. Dopo l’ITS non si trova lavoro, o se ne trovano solo di basso livello
Qui ci sarebbe da dire che il concetto di lavoro di basso livello può essere soggettivo, per cui ci atterremo alla convinzione, non corretta, relativa al fatto che dopo l’ITS non si trovi occupazione. In realtà, il focus di questi percorsi è proprio sull’occupabilità futura.
Il secondo falso mito sugli ITS non tiene forse conto del fatto che i corsi sono progettati in collaborazione con imprese e aziende e prevedono un alto numero di ore in stage. La maggioranza dei diplomati trova lavoro subito dopo il corso, spesso nella stessa azienda dove ha vissuto l’esperienza di tirocinio. Questo, proprio perché corposo per numero di ore, può (e dovrebbe) essere messo in CV.
I dati ufficiali provenienti dal monitoraggio INDIRE mostrano come oltre l'80% dei diplomati ITS trova lavoro entro dodici mesi dalla conclusione del corso frequentato. Si tratta di un tasso di occupazione tra i più alti dell'intero sistema formativo italiano. Non paghi di questo, in AMMI rendiamo l’esperienza del nostro corsista ancor più vicina a quella lavorativa. La nostra offerta formativa prevede il 50% di monte ore in stage e il corpo docente è composto, per oltre il 95%, da professionisti provenienti dall’ambito di interesse. Il dato supera la media nazionale degli altri ITS.
3. Il diploma ITS non vale quanto la laurea
Ricordiamo quanto scritto al punto 1: il diploma ITS ha un valore ufficiale e riconosciuto.
Oltre all’abilitazione tecnica superiore, conseguita al termine del biennio, che corrisponde al 5° livello del Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF), una recente riforma ha introdotto anche percorsi triennali. Questi riconoscono un diploma di 6° livello EQF, equiparato alla laurea triennale, o professionalizzante, per via del livello e della durata della formazione.
4. Gli ITS sono percorsi facili, adatti a chi non ha voglia di studiare
Nulla di più sbagliato. La dicotomia facile o difficile riferita a ITS e università è errata a livello concettuale. La formazione tecnica superiore richiede un tipo di impegno differente. L’offerta formativa è più pratica, lo studio è di tipo progettuale, non così teorico, e ciò potrebbe sembrare fin troppo intensivo, a un certo tipo di studente. La frequenza è obbligatoria, i ritmi in aula sono simili a quelli lavorativi e il focus delle lezioni è su laboratori e project work, questa è la verità sui corsi ITS.
Questa impostazione alternativa, da cui deriva il quarto falso mito sugli ITS, non si può definire né più facile né più difficile perché profondamente differente, apre la strada ad alcuni dei lavori più pagati senza laurea, al termine del corso. Chi inizi a lavorare nel marketing, una volta diplomato, o scelga di diventare team manager di calcio, non lo fa certo in virtù di un percorso formativo facile che gli abbia concesso di sfrecciare verso un futuro di successi per i quali non si sia impegnato.
5. Gli ITS sono una scelta di ripiego rispetto all’università
Altra idea tanto comune quanto inesatta. Gli ITS non rappresentano un ripiego, una scelta di riserva o una ruota di scorta per chi non voglia, o possa, iscriversi all'università. Sono un circuito differente da quello degli atenei. L'università, com’è noto, fornisce una preparazione ampia, prevalentemente teorica e naturalmente accademica. Le ITS Academy, come si definiscono propriamente, forniscono una preparazione tecnico-pratica, di alta specializzazione.
Questi corsi mirano a formare dei professionisti tecnicamente preparati in aree strategiche e innovative quali meccatronica, digitale, moda, turismo, biotecnologie e altre. Per raggiungere questo obiettivo si ricorre a una formazione specifica e verticale, che possono tenere soltanto dei professionisti che si occupano quotidianamente di quel di cui parlano quando entrano in aula. E così sfatiamo anche il quinto falso mito.
6. Se fai l’ITS non puoi più andare all’università
Non è vero. Il percorso ITS non preclude in alcun modo l'accesso all'università e nessun diplomato si vedrà mai rigettare la propria domanda di iscrizione perché ha concluso un percorso di formazione tecnico superiore. Al contrario, il sistema universitario prevede talvolta il riconoscimento di Crediti Formativi Universitari (CFU) per chi, dopo il diploma ITS, decide di iscriversi a un corso di laurea attinente.
È possibile, e totalmente lecito, interpretare il percorso ITS come punto di ingresso, per passare poi in università e approfondire ancor più gli studi nel settore di interesse, magari mentre già si lavora part-time, facendo uso di quanto appreso durante il corso.
7. Gli ITS sono meno prestigiosi dell’università
Riprendendo tutto quel che abbiamo già scritto affrontiamo l’ultimo falso mito, la dimensione degli ITS è altamente specializzante e legata strettamente al mondo del lavoro. Il prestigio dipende dall’obiettivo che lo studente si dà e da quel che desidera per il suo futuro professionale. Chiunque voglia entrare rapidamente in un settore tecnico e specializzato, può passare per l’ITS piuttosto che per una facoltà universitaria. Quest’ultima potrebbe finire per allontanarlo da tale intento, dal momento che fornisce una formazione più lunga e generica.
Il concetto di “più prestigioso di” è figlio della cultura universitaria che ha stabilito gerarchie tra gli atenei. Comunemente, riteniamo alcune università più prestigiose di altre per via del loro nome, della loro storia e/o della retta necessaria a completare gli studi presso la loro sede. Il fatto di laurearsi presso una determinata facoltà non significa necessariamente che un neolaureato uscito di lì sia più preparato rispetto a quello che, magari per scarsità di mezzi, ha concluso gli studi presso la succursale universitaria del suo capoluogo di provincia.
L’esperienza della fondazione AMMI
Iscriversi a uno dei corsi AMMI è una scelta significativa per investire su un futuro professionale solido e qualificato. I nostri percorsi ITS danno a tutti i diplomati la non scontata possibilità di costruirsi una carriera soddisfacente a breve termine dal percorso di studi.
I corsi ITS che proponiamo ai nostri futuri studenti sono stati ideati con il preciso scopo di formare i professionisti di domani: lavoratori competenti e affidabili capaci di dare il meglio grazie alla passione e agli strumenti che metteremo a loro disposizione quando intraprenderanno il percorso formativo più adatto a loro presso l’Istituto Tecnologico Superiore AMMI.
Sono attivi un corso ITS in Digital Marketing; un corso ITS in Football Management e un corso ITS in Sport Management. Il primo si rivolge a chi voglia fare del digitale la sua carriera, mentre gli altri due sono pensati per chiunque desideri eccellere nella gestione di squadre e atleti, unendo alla sua passione per lo sport le skills gestionali e manageriali che i professionisti di lungo corso e docenti in AMMI sapranno dargli.

